Pensare che il sonno del bambino sia simile a quello dell’adulto è un’idea molto diffusa ma, allo stesso tempo, sbagliata. Il sonno, infatti, è un fenomeno complesso, che si evolve e si modifica durante la crescita.

Neonato: il sonno a 1 mese di vita

I neonati e i bambini in generale dormono di più principalmente perché il sonno influisce sulla loro crescita, in particolare favorendo lo sviluppo cerebrale, consolidando la memoria e tutto ciò che il piccolo apprende durante il giorno, stimolando la secrezione dell’ormone della crescita, rafforzando il sistema immunitario, consentendo all’organismo di rallentare e al cervello di “ripulirsi” dalle tossine accumulate durante la veglia.

I bambini fin da piccolissimi, riescono a percepire l’ambiente circostante e questo influisce sul loro sonno. Un ambiente sereno farà crescere il bambino con maggior sicurezza e con maggior capacità di lasciarsi andare al sonno.

Neonato: i micro-risvegli

Al neonato e al bambino accede spesso di svegliarsi durante il sonno con maggior frequenza rispetto agli adulti (i loro cicli sono più brevi, dunque si parla di “micro-risvegli”).

Spesso non sono abituati a riaddormentarsi da soli e quindi richiamano l’adulto per essere supportati: tutto ciò è assolutamente normale, dipende dal fatto che i piccoli si spaventano per la lontananza della figura di accudimento, un meccanismo presente anche nel mondo animale e che costituisce una prima difesa dei cuccioli dall’aggressione dei predatori.

Nel caso in cui l’incidenza dei risvegli tra un ciclo di sonno e l’altro aumenta si parla di sleep regression, un fenomeno che si verifica maggiormente nei seguenti momenti:

  • Aumento dell’autonomia (quando ad esempio il bambino inizia a gattonare o a camminare) e scatti nello sviluppo psicomotorio
  • Ansia da separazione (intorno ai 18-24 mesi)
  • Primi dentini
  • Inserimento al nido o all’asilo
  • Arrivo di fratellini o sorelline
  • Ripresa lavorativa della mamma
  • Tensioni familiari
  • Cambiamento di routine familiari

Disturbi del sonno: dai 2 anni

Quando parliamo di “disturbi del sonno” facciamo riferimento a condizioni che generalmente si verificano nei bambini dai 2 anni in su, in particolare i pavor nocturnus (terrori notturni), che compaiono dopo i 2 anni e possono manifestarsi fino a circa 6 anni, e i più comuni incubi. I primi si presentano nelle prime ore del sonno e hanno una durata che varia da uno a 15 minuti: il bimbo appare agitato, spaventato, può parlare in modo confuso, piangere e tutto ciò può essere accompagnato da tachicardia, sudorazione, dilatazione delle pupille, aumento del tono muscolare.

Il mio bambino non dorme. Perchè?

C’è una sola cosa capace di chiudere le porte al sonno: l’insicurezza. La percezione o il timore di un pericolo bloccano il sonno, perché tutelare la sopravvivenza è il primo obiettivo della natura e in questo caso essere svegli e vigili fa la differenza.

Come si può dormire se si è in ansia per qualcosa? Come si potrebbe dormire su una barca in un mare in tempesta? Si riesce ad addormentarsi solo se ci sente protetti e in luogo sicuro e il luogo più sicuro per un bambino molto piccolo è vicino alla propria madre. Soprattutto per i bambini molto piccoli, tra gli uno e i tre anni, essere separati dalla mamma genera un’intrattenibile e intensa sensazione di ansia, determinata biologicamente e presente anche in altri animali, denominata ansia da separazione.

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I disturbi del sonno potrebbero essere solo un sintomo dei disturbi di ansia di cui il bambino stesso e/o la sua famiglia soffrono. Un’ansia che non fa dormire, che raggiunge il bambino attraverso lo stress e le preoccupazioni di sua madre o l’incertezza del suo mondo familiare. Ma questa è un’altra storia.
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Il mio bambino non dorme. Consigli:

  • Creare una routine

  • Assicurarsi che il bambino non abbia fame

  • Farsi aiutare dal partner se si è troppo stanchi o nervosi

  • Mettere a dormire i bambini prima che siano troppo stanchi

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    Written by : EnricoLombardi

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